Anche stavolta, come in occasione del sisma avvenuto il 28 agosto del 2014 di magnitudo 4.3 con epicentro localizzato nella stessa zona del lago, a circa tre chilometri a sud-sud est di Gargnano, si ripropone l’urgenza di realizzare un nuovo collettore fognario che azzeri il rischio di lesioni all’ormai obsoleta condotta sublacuale da Maderno a Torri.
Le sollecitazioni dei terremoti sul fondo del lago potrebbero lesionare la maxi tubatura.
Proprio in queste settimane Garda Uno sta procedendo alla verifica dello stato di salute dell’esistente collettore che unisce Toscolano e Torri del Benaco, sull’opposta sponda veneta, il tratto fognario sub-lacuale da sempre più discusso e potenzialmente più pericoloso per la salute delle acque del lago.
I sub hanno ispezionato il tubo in 6-7 punti diversi fino ad una profondità di 40 metri sulla sponda bresciana, e stanno ripetendo la stessa operazione nella risalita delle tubazioni sul versante veronese di Brancolino.
Al termine sarà stilata una «diagnosi» con particolare attenzione allo spessore delle condotte, portando alla luce eventuali criticità e, contestualmente, fornire una stima aggiornata sulla durata della grande infrastruttura sub lacuale.
Inutile dire che se il terremoto di ieri con epicentro proprio sotto a pochi passi dal collettore sommerso avesse lesionato la conduttura, sarebbe avvenuto un disastro ambientale.
«Un motivo in più per imprimere un colpo di acceleratore al progetto del maxi depuratore – aveva ammonito il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio ceresa proprio tre anni fa in occasione del primo evento sismico in zona -.
Nonostante i monitoraggi costanti i fenomeni sismici sono eventi imprevedibili e devono far riflettere le istituzioni sull’opportunità di un intervento urgente che possa eliminare ogni rischio».
L.SCA.
Fonte: bresciaoggi.it
Data di pubblicazione: Lunedi 05 Giugno 2017