Per Del Barba, presidente di Acque Bresciane, è una soluzione per finanziare i costi del collettamento
Pagare il collettore del Garda con la tassa di soggiorno? L’ipotesi si fa sempre più concreta: «I Comuni della sponda bresciana stanno ragionando in questa direzione», conferma il presidente di Acque Bresciane Gianluca Del Barba.
Anche perché il tempo stringe: la scadenza del 31 dicembre, termine entro cui va formalizzato l’accordo con Garda Uno, si fa sempre più vicina.
In questo senso i «cugini» veronesi stanno andando più veloci e hanno già deciso di stanziare i proventi della tassa sul turismo per la realizzazione della loro «parte» di collettore.
Una soluzione che attira sempre di più anche i sindaci di casa nostra: dei circa 220 milioni di euro necessari per realizzare l’opera, il Ministero ha stanziato i 100 di sua competenza.
I restanti 120 andranno a incidere, almeno in parte, sulle tariffe: per non gravare eccessivamente sulle tasche dei cittadini bisognerà trovare anche altre fonti a cui attingere.
«Sarebbe un uso ottimale della tassa di soggiorno - continua Del Barba - anche perché il nuovo collettore eviterebbe disagi per i bresciani, ma anche per i turisti».
Tanto più che il «sì» all’ingresso di Garda Uno nella partita è vincolato al reperimento dei fondi di cui sopra: se il Ministeroha fatto la propria parte, ora tocca ai territori.
E su questo si sta giocando la partita oggi più importante.
I vertici di Acque Bresciane sono ottimisti, tanto da aver programmato quattro incontri informativi su tutta la provincia proprio a partire dal Garda (a Sirmione il 20novembre, cui seguiranno quelli di Palazzolo, Pisogne e Villachiara) a cui aggiungerne in corsa (e in conclusione) un quinto ancora sul Benaco, una volta perfezionato l’accordo con Garda Uno.
Acque Bresciane, società costituita nel 2016, prosegue intanto nell’ampliamento delle proprie competenze: oggi gestisce il ciclo idrico di 55 Comuni, a cui a gennaio se ne aggiungeranno altri sei della Valcamonica, territorio «resistente» (nel gestore unico sono confluiti ad oggi solo due Municipi, Angolo Terme e Pisogne).
Prospettive. «Stiamo lavorando anche su altri Comuni importanti della zona orientale della provincia, ma manca
ancora l’ufficialità - aggiunge il presidente di Acque Bresciane - e l’obiettivo rimane quello di raggiungere tutti i
205 comuni bresciani».
Passi avanti che potrebbero subire un rallentamento con il referendum chiesto da chi vorrebbe una società interamente pubblica: «È un tema importante e che appassiona - risponde Del Barba -, ma al momento, per quanto mi riguarda, rimane sullo sfondo.
Il mio mandato dice che dobbiamo accorpare tutte le gestioni pubbliche e poi individuare tramite gara un socio industriale: è quello che faremo, se non cambiano le regole, da qui all’ultimo giorno di mandato».
Fonte: giornaledibrescia.it
Data di pubblicazione: Giovedi 16 Novembre 2017
Fotografia di copertina: da news originale