Brescia
Brescia Oggi - Chiatta affondata: il rebus recupero è ancora insoluto
Dopo il vertice in Prefettura dell'unità di crisi - Slitta a venerdì il terzo tentativo di far riemergere il relitto che sta «strozzando» la condotta fognaria - Il nodo è l'impiego o meno di escavatori e argani - Rinviato al fine settimana il terzo tentativo di recupero della chiatta affondata nelle acque antistanti il porto Casinò di Gardone Riviera
Bisognerà attendere ancora qualche giorno, forse fino a venerdì, perchè avvenga un nuovo e si spera definitivo tentativo di «liberare» il collettore fognario subacqueo intrappolato sul fondale a 30 metri di profondità dalla bettolina affondata nei giorni scorsi davanti al porto del Casinò di Gardone Riviera.
Mercoledì dovrebbe essere il giorno decisivo perchè, come ricorda il sindaco di Gardone Riviera Andrea Cipani, «alle 16 scadrà il termine ultimo deciso dal prefetto per esaminare il progetto definitivo che la ditta presenterà per la messa in sicurezza della tubazione di proprietà di Garda uno, come previsto dall'ordinanza urgente emessa il 28 novembre nei confronti dei responsabili dell'incidente».
E' questo, in sintesi, l'esito della riunione fiume andata in scena nel pomeriggio di ieri negli uffici della Prefettura di Brescia. Presenti, oltre ad Annunziato Vardè, il suo vice Salvatore Pasquariello e tutti i soggetti coinvolti nella vicenda dell'imbarcazione affondata con il suo carico di laterizi sopra la tubatura che trasporta i reflui fognari da Salò a Maderno. Un tavolo di lavoro cui hanno partecipato il sindaco Cipani e il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale, ma anche i rappresentanti di Garda Uno, Guardia costiera, il nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda nel ruolo di protezione civile, i carabinieri di Salò e Gardone Riviera, l'Autorità di bacino e ovviamente i rappresentanti dell'impresa incaricata dei lavori edili a Villa Iolanda: senza dimenticare il proprietario dell'imbarcazione affondata e due nuovi soggetti: Arpa di Brescia e Ats.
Come si procederà questa volta per liberare la tubatura dal peso della bettolina col suo carico di laterizi? «Senza scendere in troppi particolari - risponde il sindaco Andrea Cipani - posso anticipare che sarà una via di mezzo tra lo spostamento verticale della chiatta affondata, opzione caldeggiata dalla ditta, e il traino da terra; la soluzione che secondo Garda uno presenta meno rischi».
Il trascinamento da terra era la soluzione suggerita venerdì scorso durante il primo summit svoltosi a Gardone Riviera... «Con il nostro consulente Graziano Falappa, ingegnere di Jesi (commissario al ministero dell'Ambiente, è stato anche artefice del complesso e delicato recupero della Costa Concordia, la gigantesca nave da crociera naufragata nel gennaio del 2012 di fronte all'isola del Giglio) - spiega il tecnico reti di Garda uno Alessandro Andreatta - abbiamo dettato le linee guida: spetta a coloro che hanno causato il sinistro individuare la soluzione più idonea per riposizionare la tubatura nella sua posizione originale a 12 metri di profondità».
Le preferenze di Garda Uno? «Noi abbiamo vivamente sconsigliato la ditta di liberare la condotta provando a sollevare verticalmente il barcone affondato: troppo rischioso. Probabilmente la chiatta verrà alleggerita con palloni gonfiabili nella sezione verso riva, e nel contempo da terra lo scafo verrà trascinato con argani o escavatori utilizzando la strisciata causata dalla barca stessa durante lo scivolamento sul fondale. Il rischio che qualcosa possa andare storto c'è sempre - aggiunge Andreatta - ma secondo noi le probabilità sono decisamente inferiori rispetto alla prima soluzione».
In attesa della riunione definitiva di domani pomeriggio in Prefettura, nella giornata di oggi saranno effettuati alcuni sopralluoghi nel giardino di villa Iolanda, per valutare la conformità del terreno su cui dovranno essere posizionati gli automezzi che dovranno trainare verso riva il mezzo affondato. «Per ora, è non è poco - conclude il rappresentante dell'azienda speciale che gestisce il collettamento - la condotta, anche se snervata non ha subìto rotture: la priorità e liberarla dalla bettolina. Al recupero di quest'ultima penseremo in un secondo momento».
Luciano Scarpetta
Data di pubblicazione: Martedi 05 Dicembre 2017
News originale: bresciaoggi.it
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Giornale di Brescia: Fumata nera per il recupero della chiatta - Prende corpo l’ipotesi maxi argano
Nessuna decisione dopo il vertice in Prefettura: oggi nuovo progetto, forse domani il via libera - Garda Uno ha spiegato come tutelare la condotta in cui transitano 90 litri di reflui al secondo
Si è chiuso con una fumata nera il vertice fiume che, ieri pomeriggio, ha riunito nella sala di Protezione civile della Prefettura tutte le parti incausa nella complessa vicenda del recupero della chiatta affondata la settimana scorsa
nelle acque del Benaco davanti al Casinò di Gardone Riviera. Sul tavolo soprattutto la messa in sicurezza della condotta fognaria che è stata urtata dal relitto.
Nulla di fatto. «Abbiamo compiuto dei passi avanti, ma è necessario che domani (oggi per chi legge, ndr) l’azienda proprietaria dell’imbarcazione affondata - ha spiegato il Prefetto Annunziato Vardè - predisponga i dettagli del progetto sulla base delle indicazioni fornite da Garda Uno, la società proprietaria della conduttura».
Il calendario è serrato e già domani, mercoledì, alle 16 è previsto un nuovo incontro con le stesse persone attorno
allo stesso tavolo, ma con il mandato ben preciso di prendereuna decisione e metterla rapidamente in pratica. L’opzione più probabile è quella di provare a far ripetere alla chiatta il percorso a ritroso che ha fatto inabissandosi: se a grandi linee il progetto di massima dovrebbe restare questo, ci sono una quantità di piccole e grandi questioni tecniche che devono essere predisposte nel dettaglio e poi vagliate dalla commissione riunita in Prefettura.
A Gardone Riviera dunque si dovrebbe schierare un enorme argano che di fatto servirebbe per tirare la chiatta.
Questione tempo. La variabile più delicata della vicenda è proprio quella del tempo. Ogni ora che passa infatti aumenta la possibilità che la chiatta affondata danneggi ulteriormente la conduttura, che fino ad ora ha solo urtato, provocando una vera e propria catastrofe ambientale con la dispersione nel Garda di migliaia di litri di reflui fognari.
Al vertice in Prefettura ha partecipato, in qualità di consulente di Garda Uno, anche l’ingegner Graziano Falappa che aveva seguito per il Ministero dell’ambiente, ai lavori di rimozione della Costa Concordia, affondata all’Isola del Giglio nel 2012.
Paolo Bertoli
Fonte: giornaledibrescia.it
Data di pubblicazione: Martedi 05 Dicembre 2017
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Giornale di Brescia: Chiatta affondata, vertice in Broletto - Oggi il piano per salvare la condotta
Prefettura in campo - E la procura manda i sommozzatori - Ieri il summit con la regia della Prefettura: atteso il progetto della ditta per rimuovere il relitto - Intanto a Verona pronto il bando per il nuovo collettore
La Prefettura assume la regia delle operazioni di messa in sicurezza della condotta fognaria urtata dalla bettolina affondata nei giorni scorsi al porto del Casinò. Significa che è stata recepita l’estrema gravità della situazione e che la questione ha un livello di massima priorità.
È quanto emerso dell’incontro in Prefettura cui ieri mattina hanno preso parte Garda Uno, il sindaco di Gardone Riviera Andrea Cipani, la Provincia, il comando provinciale dei Vigili del Fuoco e i Carabinieri.
Il piano. Un vero e proprio tavolo tecnico istituito in Prefettura, che si riunirà di nuovo oggi alle 15 per valutare il piano di intervento atteso dalla ditta proprietaria della chiatta colata a picco, cui il Comune ha imposto con un’ordinanza contingibile ed urgente di mettere al più presto in sicurezza la condotta, nella quale in questo periodo vengono pompati per sei ore al giorno 90 litri al secondo di reflui fognari.
«Il piano di intervento - dice Alessandro Andreatta, responsabile Gestione Reti di Garda Uno -sarà verificato dal tavolo tecnico e, se ritenuto idoneo, messo in atto». Questa sera si saprà come e quando si interverrà. «Per noi - continua Andreatta - il relitto va agganciato e sollevato nella parte verso riva e trainato da terra. Riteniamo troppo rischioso l’utilizzo di palloni di sollevamento».
Nuove verifiche. Intanto anche ieri al Casinò è stato un via vai di uomini e mezzi. Mentre le unità nautiche della Guardia Costiera vigilavano sul rispetto dell’ordinanza che vieta la navigazione nelle acque attorno al relitto, situato a 28 metri di profondità, in mattinata il Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Milano ha fatto alcune immersioni per acquisire immagini subacque richieste dalla magistratura. Nel pomeriggio si sono immersi anche i Volontari del Garda per una serie di misurazioni necessarie per approntare il nuovo piano d’intervento.
Dalla riviera veneta, intanto, la multiutility Azienda Gardesana Servizi, ha comunicato che a breve pubblicherà il bando di gara europeo per la progettazione del nuovo collettore per la sponda scaligera.
Va detto che le condotte sublacuali bresciane posizionate 30 anni fa, in polietilene ad alta densità, hanno dimostrato di poterreggere l’urto di situazioni potenzialmente disastrose comequella di Gardone.
Se un episodio simile fosse accaduto lungo la riviera veronese, dove alcuni tratti di tubatura sono in vetroresina, oggi parleremmo di disastro ambientale.
Simone Bottura
Fonte: giornaledibrescia.it
Data di pubblicazione: Lunedi 04 Dicembre 2017
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Brescia Oggi: Gardone Riviera - La prefettura vara un'unità di crisi per l'emergenza
Chiatta affondata sotto la lente della procura - Slitta a mercoledì il terzo tentativo di recupero - La prefettura vara un'unità di crisi per l'emergenza - Una domenica di immersione per i sommozzatori dei Vigili del fuoco - Ieri una ricognizione subacquea disposta dalla magistratura - Il tubo fognario sommerso sta sopportando una pressione 4 volte superiore al limite
Doppia svolta nella vicenda della chiatta affondata nelle acque di Gardone Riviera che premendo su una condotta fognaria sommersa sta tenendo con il fiato sospeso il lago di Garda. L'incidente è finito sotto la lente della procura che ha disposto una ricognizione subacquea.
Nelle stesse ore, alla luce dei due tentativi di recupero falliti la settimana scorsa, la prefettura di Brescia ha deciso di assumere il coordinamento delle operazioni attraverso un'unità di crisi. La task force si riunirà questo pomeriggio per esaminare il nuovo piano di recupero redatto dall'impresa proprietaria della bettolina carica di laterizi colata a picco davanti il porto del Casinò.
Inizialmente fissato per stamattina, il terzo tentativo di far riemergere la chiatta o in subordine di liberare dal peso dell'imbarcazione il collettore ormai al limite della tenuta, slitterà come minimo a mercoledì. Sul fronte degli accertamenti giudiziari, ieri mattina alle 10 è scattata la ricognizione affidata ai Vigili del fuoco di Salò con il supporto del nucleo sommozzatori di Milano.
«Effettueremo delle riprese in profondità per documentare lo stato della condotta e il posizionamento della barca affondata», hanno spiegato i capopattuglia. Nel pomeriggio sono scesi in acqua gli operatori del Nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda entrati nel team di soccorso come responsabili della Protezione Civile dopo il vertice convocato venerdì dal sindaco Andrea Cipani, per predisporre il cantiere subacqueo.
«Il coordinamento della prefettura sarà strategico - ammette Cipani -. Al vertice erano presenti delegazioni di Guardia Costiera, Vigili del fuoco, Garda Uno, Protezione civile, i Volontari del Garda e l'esperto nautico dell'impresa impegnata nei lavori di ristrutturazione della villa a lago».
I risultati delle ricognizioni subacquee verranno consegnate stamattina al prefetto. «Sulla scorta di quelle rilevazioni si deciderà quali soluzioni adottare per eliminare il pericolo di una rottura della condotta fognaria», afferma Giampiero Cipani. Nell'immediato, a differenza di quanto emerso venerdì, non sono previsti nuovi tentativi di recupero dell'imbarcazione affondata che con il suo opprimente peso ha trascinato ad una profondità di 30 metri la tubatura del collettore fognario. «Dalle informazioni in mio possesso - rivela Andrea Cipani -, mercoledì dovrebbe essere il giorno stabilito per le operazioni.
Come già affermato fin dall'inizio dell'emergenza chi ha causato il danno dovrà proporre sotto nostro controllo la soluzione più idonea al recupero della chiatta». La chiatta è affondata sopra la tubatura sommersa che trasporta i reflui fognari da Salò a Maderno. Se la tubatura si rompe si rischia un disastro ecologico. Fortunatamente non si registrano fuoriuscite e la tubatura secondo gli esperti ha retto quattro volte più del limite previsto.
L'allarme è scattato domenica 26 novembre quando alcuni sub amatoriali immersi per un'escursione nello specchio d'acqua antistante il porto del Casinò a poche decine di metri dalla Torre San Marco, hanno segnalato la scoperta. Ora la magistratura ha deciso di fare chiarezza su alcuni aspetti ancora in parte oscuri: quando e in che circostanze è affondata la chiatta carica di laterizi? E soprattutto perché non è stata presentata nessuna denuncia di affondamento?.
Luciano Scarpetta
Data di pubblicazione: Lunedi 04 Dicembre 2017
News originale: bresciaoggi.it
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