Gardone - La chiatta è tornata finalmente a galla
Il relitto è stato sollevato dal fondo con palloni pieni d’aria - Giovedì si lavorerà sulla condotta.
La chiatta è finalmente tornata a galla. Ieri,dopo i tentativi falliti nella giornata di martedì, il relitto è stato riportato in superficie.
I sub della Athos Diving di Malcesine, incaricati dalla ditta armatrice cui spetta il compito e l’onere del recupero (come impone un’ordinanza del sindaco Andrea Cipani), hanno operato tutto il giorno sul relitto, prima sollevandolo dal fondale utilizzando palloni pieni d’aria, poi pompando l’acqua dai gavoni stagni della chiatta.
È stato utilizzato anche il braccio meccanico di una ruspa collocata su un pontone, una piattaforma galleggiante
giunta a dar manforte ai sub in acqua.
Alla fine, dopo una lunga giornata di lavoro, intorno alle 18 la chiatta è tornatain assettodi navigazione, sopra la linea di galleggiamento, e messa definitivamente in sicurezza in attesa dei rilievi dell’autorità giudiziaria.
Indagine - Verifiche necessarie visto che sulla vicenda che tiene banco dallo scors onovembre è stata aperta un’indagine per far luce su cause e responsabilità dell’accaduto.
Ora si dovrà stabilire come e quando rimuovere la chiatta dall’imbocco del porticciolo del Casinò.
Lo deciderà il tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura, attorno al quale siedono i tecnici del Comune, la Guardia
Costiera (che ieri ha vigilato costantemente sulle operazioni di recupero), i Carabinieri e i responsabili
di AcqueBresciane, il gestore del servizio idrico integrato subentrato a Garda Uno, di fatto il proprietario della condotta fognaria sommersa urtata dalla chiatta.
Si tratta, lo ricordiamo, di un tubo in polietilene ad alta densità che trasporta in pressione 90 litri di reflui fognari al
secondo.
Come verificato nel corso di numerosi controlli, la condotta h aretto l’urto del natante, pur essendosi inarcata e spostata dalla sua posizione originale.
Giovedì prossimo, il 15 marzo, Acque Bresciane darà avvio ai lavori di messa insicurezza della condotta, affidando agli operatori della Carmar Sub di Ancona il compito di applicare un rinforzo metallico nel punto in cui era stata urtata e di assicurarla nuovamente al fondale con nuovi ancoraggi.
Sarà l’atto conclusivo di una vicenda che, se malauguratamente il tubo non avesse retto l’urto del relitto, avrebbe potuto avere conseguenze disastrose per l’ambiente.
Simone Bottura
Fonte: giornaledibrescia.it
Data di pubblicazione: Venerdì 09 Marzo 2018
Immagine di copertina: da news originale
Links: comune.gardoneriviera.bs.it
La chiatta in secca dopo 3 mesi - Scacciato l'incubo eco-disastro
Gardone Riviera. L'imbarcazione affondata aveva centrato la tubazione subacquea per il trasporto delle acque nere - Sollevamento e traino: finalmente ieri tutto è andato alla perfezione - Adesso si apre il capitolo della destinazione del natante da lavoro.
I timori per una rottura della condotta fognaria sommersa si erano allontanati da tempo, e finalmente ieri l'incubo è finito del tutto, col ritorno in superficie della chiatta affondata a fine novembre a Gardone Riviera e finita proprio sopra la tubazione.
Erano le 15.30 quando la prua dell'imbarcazione è riaffiorata davanti al Casinò, trascinata da una dozzina di palloni di sollevamento che i sommozzatori della Athos diving di Malcesine avevano riposizionato nelle ore precedenti dopo i due tentativi andati a vuoto mercoledì pomeriggio.
Si è trattato dell'ultimo passo dopo i tre di 24 ore prima, quando l'imbarcazione era stata sollevata dal fondale a circa 30 metri di profondità e posizionata a soli 3,5 metri dalla superficie a prua e 8 metri a poppa. Questa volta tutto è andato alla perfezione e in un paio d'ore la bettolina era già stata trainata con l'argano a riva.
A quel punto sono entrate in azione le pompe che, sotto il controllo della Guardia costiera di Salò, hanno eliminato l'acqua dallo scafo. Prima nel boccaporto di prua e poi in quello di poppa.
«Per adesso - hanno spiegato gli agenti - al termine delle operazioni di svuotamento la bettolina rimarrà ormeggiata a fianco della darsena di villa Itolanda; poi servirà probabilmente un nuovo tavolo tecnico per decidere il da farsi».
Al centro dell'attenzione c'è il natante impegnato nel cantiere edile adiacente la villa a lago, affondato per cause ancora da stabilire e sulle quali indaga la magistratura.
L'allarme ambientale, per la possibile rottura del collettore fognario, era scattato il 26 novembre quando alcuni sub durante un'immersione avevao scorto la sagoma della barca da lavoro colma di pietrame sul fondale, contro la tubazione che trasporta i liquami da Salò a Maderno.
«Il vero problema mai emerso - è l'analisi di un addetto ai lavori - è che se fosse accaduto l'irreparabile, ovvero la rottura, per rientrare nella normalità ci sarebbero voluti come minimo una trentina di giorni, il tempo necessario per l'approntamento di squadre e materiali ed effettuare le riparazioni sul fondo».
Questo incidente ha dimostrato che il sistema è fragile: non è un caso che sulla sponda veronese sia già scattato l'appalto per la progettazione del nuovo collettore.
Luciano Scarpetta
Fonte: bresciaoggi.it
Data di pubblicazione: Venerdì 09 Marzo 2018
Immagine di copertina: da news originale (La chiatta affondata in novembre tornata finalmente in superficie - Una istantanea dei secondi precedenti l'affioramento - La prua dell'imbarcazione da lavoro esce dall'acqua - L'ormeggio del natante diventato un incubo ambientale - Incubo finito a Gardone Riviera - I palloni slegati dalla chiglia - La bettolina by night)
Links: comune.gardoneriviera.bs.it