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Gardauno Spa

Dopo quella della raccolta differenziata con il sistema del “porta a porta”, che sta superando tutte le più ottimistiche previsioni, per Garda Uno la scommessa maggiore è quella di garantire un’acqua da bere di ottima qualità.

E la multiutility gardesana lo fa investendo anno dopo anno.

Per esempio, nel 2015 sono stati spesi 385 mila euro, di cui 205 mila solo per le analisi di laboratorio, 135 mila per prodotti chimici e 45 mila per la manutenzione delle filiere di trattamento.

L’acqua grezza captata da lago, pozzi o sorgenti, prima della distribuzione è sottoposta a processi di potabilizzazione calibrati in funzione delle differenti caratteristiche chimiche e microbiologiche originarie.

C’è poi un efficiente sistema di telecontrollo che articola ed intreccia centinaia di dati, “un’opera d’arte” tecnica che da 15 anni permette ai conduttori di governare da remoto gli impianti e, quindi, di scongiurare eventuali disservizi. Il nuovo progetto, già in cantiere nel Settore Ricerche e Studi della società guidata da Mario Bocchio, prevede di elevare il livello di sicurezza dell’intera filiera di trattamento, distribuzione e consegna, puntando a garantire la conformità della qualità dell’acqua sino al punto di consumo.

Questo in adesione alle linee guida per la gestione del rischio dell’acqua potabile introdotte con Rapporto Istisan del 2014 secondo il modello ”Water Safety Plans”. I WSP saranno, quindi, un’evoluzione dei piani di monitoraggio.

Sempre lo scorso anno, i piani di qualità messi in cantiere da Garda Uno hanno previsto un controllo analitico di ben 28.200 parametri qualitativi. Lo studio fatto dagli esperti della società ha messo a confronto l’acqua potabile distribuita dagli acquedotti con alcune note marche di acqua in bottiglia, facendo emergere senza tema di smentita che il PH alla sorgente è inferiore a quella delle acque in vendita, così come i nitrati, il magnesio, il calcio, e via dicendo.

Ma lo studio ha voluto fare i conti nelle tasche del cittadino gardesano, facendo emergere che l’acqua comunale porta ad un notevole risparmio per le famiglie rispetto all’uso dell’acqua in bottiglia: il costo di 6 bottiglie da 1,50 litri equivale a 1.000 litri erogati direttamente a casa, oltre ad evitare le emissioni in atmosfera dovute alla produzione della plastica.

Prendiamo una famiglia di 3-4 persone, che consuma circa 130 m.c. di acqua all’anno per le proprie esigenze (doccia/bagno, lavastoviglie, cucina, giardino, ecc.) e circa 3 litri al giorno per bere, che in un anno diventano circa 1.000 litri in aggiunta a 129 mila litri all’anno per varie esigenze.

Dato che un metro cubo di acqua distribuita da Garda Uno costa 1,45 € e che il prezzo medio di una bottiglia di 1 litro si aggira attorno a 0.40 €, alla fine la nostra famiglia media spenderà per bere e per gli altri usi 214 €, mentre, comprando l’acqua in bottiglia, spenderà solo per bere 400 euro e per gli altri usi, ulteriori 213 €, per un totale di 613 euro l’anno.

In Italia si consuma poco meno di 200 litri di acqua minerale pro capite, che ci vede come il Paese con il più alto consumo in Europa, ovvero il doppio rispetto alla media continentale; per il consumatore si parla di un esborso di 235 euro l’anno.

Per incoraggiare, pertanto, i suoi utenti, Garda Uno ha pensato bene da anni di aprire 13 punti d’acqua gratuita in molte località del territorio, che nel 2015 hanno distribuito 1 milione 575 mila litri, con un costo di 74.780 euro, ovvero un modestissimo 0,047 euro per ogni litro d’acqua.

News originale: www.gardaweek.it

Data di pubblicazione: Domenica 21 Agorto 2016

Immagine di copertina: da news originale

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