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Gardauno Spa



Pisogne. Il confronto territoriale sulla nuova società nata per gestire il patrimonio idrico dell'intera provincia - Da Sellero a Cedegolo passando per Sonico ed Edolo già definiti quasi 10 milioni d'investimenti - «I fondi privati sono necessari».


Tra consolidati passi in avanti, e difficili sfide per il futuro, Acque Bresciane assume sempre più una forma concreta. La nuova realtà territoriale nata per gestire il ciclo completo delle acque dell'intera provincia si è presentata ieri pomeriggio a Pisogne, nella Sala culturale De Lisi, in occasione dell'ormai tradizionale appuntamento con «I lunedì dell'acqua», moderato nell'occasione dalla giornalista di «Bresciaoggi» Natalia Danesi.

I numeri, per cominciare: 88 comuni gestiti - 6 paesi dell'Alta Valle Camonica hanno rinfoltito le fila del gruppo dal 1 gennaio, a breve distanza dal conferimento di Garda Uno del 27 dicembre - 242 segmenti, tra gestione di acquedotto, depurazione e fognatura, 74 milioni di investimenti previsti nel triennio 2017-2019 dalla società, costituita nel giugno 2016 al termine di un percorso iniziato già a fine 2015.

E che proseguirà nel periodo a venire, in cui è atteso anche il referendum sull'acqua pubblica. «PENSO SIA giusto chiedere alla cittadinanza cosa ne pensi sull'argomento - la riflessione di Andrea Ratti, vice presidente della Provincia di Brescia -. Voglio ricordare che la scelta di una società mista è stata fatta perché gli investimenti in programma hanno bisogno di un significativo apporto di capitale, motivo per cui il pubblico necessita del privato per farcela».

La missione di tutela del patrimonio idrico che spetta alla nuova realtà mette d'accordo Gabriele Archetti e Dario Lazzaroni, rispettivi numeri uno di Fondazione Cogeme e Cogeme. Assente invece Giovanni Valotti, presidente di A2A e presidente di Utilitalia (Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua), sostituito da Tullio Montagnoli, referente della Commissione Acque della stessa Utilitalia, che ha sottolineato come, nonostante la provincia di Brescia sia all'avanguardia a livello industriale, esistano ancora vari comuni che incorrono nelle infrazioni europee per assenze o carenze dei depuratori.

Per gli interventi relativi al tema, in Valcamonica, sono previsti alcuni importanti investimenti, come spiega il direttore tecnico di Acque Bresciane, Mauro Olivieri: l'attivazione del collettamento fognario Angolo Terme-Darfo Boario (costo 300 mila euro), il collettamento fognario al depuratore di Esine dei Comuni di Sellero, Cedegolo e Berzo Demo (4 milioni, finanziati al 40% da Regione Lombardia), il secondo stralcio del depuratore di Malonno e il collettamento fognario allo stesso depuratore di Malonno, oltre che a quelli di Sonico ed Edolo (5 milioni).

Attenzioni rivolte anche al lago d'Iseo, dove sono in corso investimenti di efficientamento del sistema di collettamento intercomunale e la ristrutturazione e ampliamento dell'impianto di depurazione di Paratico.

A completare l'incontro gli interventi di Teresa Federici, consigliera di Acque Bresciane, Marco Pilotti, dell'Università degli Studi di Brescia e di Lorella Cecconami, direttore sanitario dell'Ats della Montagna sulle acque potabili e la salute dei cittadini.

Fonte: bresciaoggi.it

Data di pubblicazione: Brescia Oggi Martedi 23 Gennaio 2018

Immagine di copertina: da news originale

 

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