Puegnago – Nella pace del residence sul Garda ma ostaggio dell’immondizia – Gioie e dolori della differenziata: d’estate il residence si riempie e arriva a mille abitanti ma il numero dei cassonetti non cresce rispetto all’inverno. Così i rifiuti si accumulano.
Se d’estate i residence si riempiono e i rifiuti crescono a dismisura, perché non aumenta anche il numero dei cassonetti? Un paradosso spesso denunciato dai tanti milanesi, bergamaschi e bresciani che hanno comprato un appartamento a «Borgo Alto». Questo residence, immerso tra gli ulivi che crescono alle spalle di Puegnago, rappresenta una dolce «fuga» per centinaia di persone che d’estate lasciano le calde città della Lombardia e si rifugiano sul lago di Garda.
Garda Uno: «Nel residence non fanno la differenziata»
Borgo Alto è un residence imponente – costruito negli anni del boom del mattone – conta 170 appartamenti e ad agosto arriva ad ospitare anche mille persone. Una piccola oasi, salvo poi ritrovarsi decine e decine di sacchetti dell’immondizia in terra: sono troppi, non entrano nei cassonetti e la gente li lascia fuori, facile preda di topi, roditori e insetti. «L’odore è pesante – denuncia Maria, una signora di Milano che sta trascorrendo l’estate nel residence – bisogna trovare una soluzione perché la nettezza urbana passa solo una volta a settimana». «Ma ad agosto il camion viene due volte, tre per l’umido» assicurano da Garda Uno, la società che raccoglie i rifiuti. Il problema, secondo il loro punto di vista, è che molti inquilini di Borgo Alto «non fanno la differenziata: gettano molte cose nel secco e lo riempiono a dismisura». Insomma, senza la dovuta collaborazione pare che tutto diventi «più difficile». È un botta e risposta continuo, quello tra proprietari, Comune e società Garda Uno. Venerdì l’amministratore del residence avrebbe chiamato per l’ennesima volta il sindaco, inerpicandosi in una lunga discussione.
Botta e risposta: «Mettete più cassonetti»
Il problema esiste da tre anni, da quando è entrata in vigore la differenziata: Puegnago vanta cifre da record (oltre 70%), ma i non residenti spesso non assolvono ai loro obblighi. E così capita che i sacchetti con dentro sia plastica sia lattine sia scarti della frutta vengano lasciati sul posto o arrivino sanzioni collettive per mancata differenziazione. Così, anche chi è virtuoso viene penalizzato. Con l’immondizia a terra topi e insetti si moltiplicano e i condomini pagano un’azienda a parte per sanificare la «casetta» dei rifiuti, un piccolo locale (chiuso a chiave) adibito a ricovero dei cassonetti. Inoltre, il condominio paga un extra tariffario per il secondo passaggio estivo del camion della nettezza urbana. «Se non paghiamo non vengono. Anche se io non capisco — si lamenta la signora di Milano – perché il numero dei cassonetti non possa essere adeguato alla quantità di persone che si trovano nel residence?» Come dire, basterebbe metterne degli altri: nella «casetta» non ci stanno, non c’è spazio. Perché allora non comprare delle calotte con la «chiave», come quelle adottate dal Comune di Brescia, e metterne 5-6 lungo la strada che corre intorno al residence? Almeno i topi starebbero lontani.
Matteo Trebeschi
matteo.trebeschi@gmail.com
Fonte: brescia.corriere.it
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Data di pubblicazione: Sabato 20 Agosto 2016
Fotografia di copertina: da news originale (Il residence di Borgo Alto e la «capannina» stipata di rifiuti)