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Comu­nità ener­ge­ti­che - Ecco il piano di Garda Uno per 43 Comuni bre­sciani

 

Comu­nità ener­ge­ti­che - Ecco il piano di Garda Uno per 43 Comuni bre­sciani
Ammi­ni­stra­zioni e cit­ta­dini insieme per pro­durre ener­gia pulita - 2024 l’anno in cui le Comu­nità ener­ge­ti­che diven­te­ranno realtà dopo i decreti attua­tivi del governo e fase di pro­get­ta­zione a luglio - 6 volte l’aumento della attuale capa­cità di pro­durre ener­gia pulita nei 43 Comuni coin­volti nel pro­getto - 15 Migliaia di ton­nel­late il rispar­mio di emis­sione di Co2 all’anno gra­zie alla pro­du­zione di ener­gia pulita.

Il futuro della tran­si­zione ener­ge­tica ed eco­lo­gica passa (anche) dalla costru­zione di comu­nità ener­getiche da fonti rin­no­va­bili.

Ben con­sa­pe­vole di que­sta oppor­tu­nità la società Garda Uno, brac­cio ope­ra­tivo di 37 enti soci tra il Garda e la bassa bre­sciana, è scesa in campo per lo svi­luppo delle Comu­nità ener­ge­ti­che rin­no­va­bili (CER) deci­dendo di par­te­ci­pare alla mani­fe­sta­zione di inte­resse pre­sen­tata da Regione Lom­bar­dia e svi­lup­pando sui ter­ri­tori espe­rienze che non per­se­gui­ranno alcuna logica
spe­cu­lativa, ma hanno come obiet­tivo di offrire ener­gia da fonti rin­no­va­bili ridu­cendo distanze, tra­sporti e per­dite.

Un piano che coin­volge 43 paesi, ma cali­brato sulle esi­genze di ogni sin­golo Comune che è il sog­getto refe­rente, pro­mo­tore e aggre­ga­tore del per­corso delle CER - spiega Mas­si­mi­liano Faini, diret­tore ope­ra­tivo di Garda Uno - che offre l’oppor­tu­nità per la prima volta alle Ammi­ni­stra­zioni di con­di­vi­dere con i cit­ta­dini delle ini­zia­tive per auto­pro­durre ener­gia da una fonte rinnovabile”.

Faini, spie­gando come si stiano atten­dendo i decreti attua­tivi del Governo che por­te­ranno ad una nuova fase del pro­getto nel mese di luglio e diven­tare realtà dal 2024, ricorda anche come «que­sti 43 Comuni potranno aumen­tare di 6 volte la loro attuale capa­cità di pro­durre ener­gia pulita» che farà rispar­miare l’emis­sione di 15mila ton­nel­late di CO2 all’anno.

Per capirne la por­tata eco­lo­gica basti pen­sare che dal 2006 ad oggi il Ser­vi­zio Ener­gia da fonti rin­no­va­bili di que­sta Mul­tiu­ti­lity aveva per­messo ai Comuni soci di evi­tare l’emis­sione in atmo­sfera di quasi 11 mila ton­nel­late di CO2. In un anno, dun­que, si supe­re­ranno di gran lunga i risparmi di ani­dride car­bo­nica rea­liz­zati nei 16 anni pre­ce­denti, anche gra­zie a nuovi impianti fotovol­taici, più per­for­manti, che faranno salire la pro­du­zione dagli attuali 3.400 Mw a circa 23.500 Mw.

Un incre­mento che secondo Faini pro­durrà “van­taggi eco­no­mici, gra­zie ad un pre­mio per l’auto­con­sumo e uno per l’ener­gia con­di­visa, oltre che ambien­tali, di soste­ni­bi­lità e sociali, visto che il pre­mio per l’ener­gia con­di­visa può essere impie­gato dal Comune per soste­nere atti­vità con fina­lità sociali che hanno un costo diretto per le ammi­ni­stra­zioni”.

Ecco spie­gato il sup­porto che giunge dagli stessi sin­daci: “Abbiamo cre­duto sin da subito a que­sto pro­getto e lo soste­niamo con forza - afferma il primo cit­ta­dino di Desen­zano del Garda, Guido Malin­verno, che in qua­lità di Pre­si­dente del Comi­tato di coor­di­na­mento di Garda Uno ricorda come - l’obiet­tivo nel medio periodo sarà di coprire fino al 70% del fab­bi­so­gno del Comune».

Quando l’anno pros­simo le CER saranno rea­liz­zate si stima copri­ranno già il 35% dei con­sumi di soci ed utenti Garda Uno, grazie ad un pro­getto di «area vasta» che ha visto pas­sare le ade­sioni da 34 agli attuali 43 Comuni, di cui nove non soci. Un deciso passo avanti nel nome della tran­si­zione eco­lo­gica e fina­liz­zata al rag­giun­gi­mento di una totale auto­suf­fi­cienza energetica attra­verso fonti rin­no­va­bili. Un impe­gno eco­no­mico di quasi 42 milioni.

Il CER pro­mosso da Garda Uno pre­vede un impe­gno di spesa sti­mato in 41,2 milioni di euro: 31,5 per il foto­vol­taico, 7,2 per l’idroe­let­trico e 2,4 per il tele­ri­scal­da­mento. Un pro­getto di «area vasta» che  pre­vede una sorta di «soli­da­rietà ener­ge­tica»: sep­pur cali­brato sulle esi­genze di ogni sin­golo Comune, l’utente pri­vato e pub­blico potrà essere coin­volto anche se sconta una ridotta pos­si­bi­lità di svi­lup­pare impianti per la pro­du­zione di ener­gia rin­no­va­bile.

Ad esem­pio Gar­gnano: qui i vin­coli sto­rici e  pae­sag­gi­stici ren­dono dif­fi­cile instal­lare pan­nelli solari in cen­tro sto­rico, per cui l’entro­terra e i paesi con­fi­nanti potranno cedere l’ener­gia in eccesso, magari da Magasa o Val­ve­stino (480 abi­tanti in un  territo­rio di 50 kmq), dove la pro­du­zione di ener­gia sarà supe­riore alle neces­sità.

Per la rea­liz­za­zione degli impianti ogni Comune può sce­gliere strade diverse: bando pub­blico, affi­da­mento in house o un gruppo d’acqui­sto.

La popo­la­zione coin­volta, com­presi i flussi turi­stici, è sti­mata in oltre 400 mila  per­sone, men­tre una siner­gia con Enea ha permesso di svi­lup­pare un gestio­nale per com­pren­dere meglio i flussi gene­rati e capire quando e a chi distri­buire l’ener­gia prodotta.

Di Manuel Colo­sio

Fonte: Corriere della Sera - Brescia

Data di pubblicazione: Sabato 20 Maggio 2023.

 

 

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