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Gardauno Spa

Gardone Riviera, proseguono i lavori per recupereare la chiatta affondata




Brescia Oggi: Gardone Riviera, la chiatta non riemerge, collettore a rischio

Il Garda con il fiato sospeso per l'incidente che rischia di provocare un disastro ambientale -  Il gestore: «La condotta non ha subìto ulteriori danni» - Fallito il tentativo di recuperare il relitto che stritola la fognatura sommersa - Oggi sommozzatori, robot e pool di tecnici di superficie torneranno al lavoro.

Tutto da rifare. È fallito ieri il tentativo di riportare in superficie la chiatta che sta premendo sulla condotta fognaria sommersa di Gardone Riviera. Durante l'imbracatura, una delle catene si è spezzata costringendo il pool di esperti e sub a rinviare a oggi l'operazione. Il tempo stringe perché una lesione dei tubi provocherebbe un disastro ambientale.

La «bettolina», il natante da carico, è affondato qualche giorno fa centrando la tubatura sommersa del collettore fognario, nelle acque antistanti il porto Casinò di Gardone Riviera. Erano da poco passate le 15 quando una raffica di imprecazioni provenienti dalla banchina del porto Casinò ha accompagnato il colpo di frusta provocato al largo dalla rottura della catena metallica utilizzata per spostare il natante sul fondale. Una beffa per tutto il personale mobilitato che da un paio di giorni sta cercando di liberare nel più breve tempo possibile dal peso opprimente di 40 tonnellate, la condotta sublacuale in polietilene «ad alta densità» del collettore.

Lunga 2,7 chilometri, trasporta i reflui fognari da Salò a Maderno: prima dell'incidente la tubatura del diametro di 40 centimetri era posizionata su alcuni supporti a 12 metri di profondità, ma ora è stata trascinata sul fondale per altri 15 metri sotto il peso della barca, lunga una dozzina di metri. NELLA GIORNATA di martedì il natante affondato era stato agganciato sul fondale e tenuto in posizione da un cavo metallico agganciato al molo del porto.

Ieri una squadra di Operatori Tecnici Subacquei della Athos - Diving di Malcesine coadiuvati a terra dalle immagini provenienti dal Rov, il robot subacqueo dotato di telecamera della Vrm di Toscolano Maderno, ha provveduto ad agganciare la «bettolina», posizionando tre palloni di sollevamento da tre tonnellate ciascuno, ma appena sono iniziate le prime prove di sollevamento, è accaduto l'imprevisto. DAL PONTONE AL LARGO, arrivato da Campione alle 14 dov'era posizionata la gru, si è udito distintamente il rumore provocato dalla rottura del cavo metallico: anche a terra, sotto l'hangar dove era stata approntata la «cabina di regia» con i monitor che proiettavano le immagini provenienti dal fondale, si è capito subito che qualcosa non era andato per il verso giusto.

Fortunatamente la condotta non ha subito ulteriori danni - commenta il tecnico responsabile delle reti di Garda Uno Alessandro Andreatta -: dalle immagini provenienti dal fondale, la situazione sembra fortunatamente sotto controllo. Stiamo parlando di una condotta posizionata sul fondale dal 1985 che è riuscita a sopportare dopo 32 anni una straordinaria sollecitazione come questa».

Fatalità che ora rischia di provocare un disastro ecologico: i reflui infatti, scorrono sempre nella condotta fognaria e l'ipotesi di una rottura non viene nemmeno presa in considerazione.

«In questa vicenda - sottolinea Andreatta - siamo parte lesa: appena informati dell'accaduto, abbiamo segnalato tutto alle Autorità competenti». Ieri le operazioni di recupero - a carico dei proprietari dell'imbarcazione che ricordiamo era impiegata nei giorni precedenti nei pressi di una villa privata in fase di ristrutturazione attigua alla Torre San Marco -, erano assistite a terra dagli agenti della Polizia Locale di Gardone Riviera e al largo da una imbarcazione della Guardia Costiera.

Oggi scatta il secondo tentativo con lo stesso incubo del primo, ovvero che lo spostamento dell'imbarcazione possa perforare la tubatura o allargare una fenditura che magari attualmente viene compressa dalla stazza della chiatta.

Luciano Scarpetta

Data di pubblicazione: Giovedi 30 Novembre 2017

News originale: bresciaoggi.it

 


 

 

 

Giornale di Brescia: Chiatta nel lago, fallito il recupero Il Garda resta con il fiato sospeso

Ieri si è spezzata la catena fissata al natante: oggi si ritenta, ma il rischio ambientale è altissimo - Nella tubatura
fognaria passano per sei ore al giorno 90 litri di reflui al secondo: per gli esperti dovrebbe reggere.

Gardone Riviera - Tutto da rifare. Nel momento più delicato dell’operazione di recupero della chiatta affondata
al Casinò, pericolosamente adagiata su una condotta fognaria in polietilene, si sono spezzate le quattro catene
agganciate al natante.

Era tutto pronto: gli operatori tecnico-subacquei della Athos Diving di Malcesine avevano già fissato al natante, di
proprietà di un’impresa edile, tre palloni di sollevamento in grado di garantire una spinta di tre tonnellate ciascuno.
Ma quando, poco dopo le 15, sono state messe in trazione le catene azionate da una gru, un rumore secco ha fatto temere il peggio. Fortunatamente a cedere non è stata la condotta fognaria, subito controllata dalla telecamera del robot subacqueo della Vrm di Angelo e Daniel Modina, ma la catene in acciaio fissate da un lato alla chiatta e dall’altro alla gru.

Il recupero è stato così rimandato ad oggi, anche perché i sub, la cui presenza in acqua è indispensabile durante
il sollevamento del relitto, avevano ormai esaurito l’autonomia d’immersione. Secondo tentativo. Ci si riproverà di nuovo questo pomeriggio, dopo le 14.

A seguire le operazioni il responsabile della gestione reti di Garda Uno, Alessandro Andreatta, e un consulente della multiutility, l’ing. Graziano Falappa, un super esperto di condotte sottomarine che è stato tra l’altro consulente del ministero dell’Ambiente in occasione del recupero della Costa Concordia.

I due sono convinti che la condotta possa resistere: «È una tubatura in polietilene ad altadensità di 40 cm di diametro esterno, in grado di assorbire forti sollecitazioni».

Sulla condotta è adagiata almeno da domenica scorsa ( quando è stata vista da alcuni sub amatoriali) la chiatta affondata, un bestione di 12 metri e 40 tonnellate di stazza. Da lunedì la pressione del natante sulla tubatura è allentata grazie una a catena che ancora la chiatta al molo. Certo è che, se la condotta dovesse rompersi, sarebbe un disastro ambientale senza precedenti.

Rischio ambientale. Nel tubo passano,in pressione e per sei ore ogni giorno, 90 litri di reflui fognari al secondo che da Barbarano e Gardone salgono verso Toscolano per poi essere trasportati, tramite un’altra condotta sublacuale, a Torri del Benaco, sul veronese, e da lì al depuratore di Peschiera. Si comprende bene, dunque, l’urgenzadi ripristinare le condizioni di sicurezza della condotta, che si trova in quel punto dal 1985, ancorata al fondale tramite appositi supporti. Almeno venti di questi sono saltati, consentendo alla tubatura, in materiale elastico, di inarcarsi ed assorbire l’urto della chiatta.

"Rimosso il relitto - dice Falappa - andranno eseguite analisi strutturali per definire lo stress subito dalla condotta e valutare che non si sia deformata in modo permanente".

Intanto Garda Uno ("che in questa situazione è parte lesa" precisa Andreatta), ha già sporto denuncia ai Carabinieri, che dovranno chiarire l’esatta dinamica dei fatti. Ma al momento tutti gli sforzi sono ovviamente rivolti alla tutela delle acque.

Simone Bottura

Data di pubblicazione: Giovedi 30 Novembre 2017

Fonte: Giornale di Brescia

 


 

Immagini di copertina: da news originali

Links: comune.moniga-del-garda.bs.it

 

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