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Gardauno Spa

Gardone Riviera - Chiatta tra i piedi: impossibile curare il collettore ferito


I sub hanno lamentato la vicinanza della bettolina al tubo e il rischio di nuovi movimenti: «Va tolta» Pronto il «cerotto» da applicare alla parte lesionata

 



Torna di prepotenza di attualità la chiatta colata a picco a Gardone Riviera a fine novembre sul collettore fognario, tanto da far temere a lungo un disastro ambientale.

Mercoledì prossimo alle 15 è stata convocata una nuova riunione negli uffici della Prefettura di Brescia. Il motivo? Il barcone da carico ancora adagiato sul fondale dal giorno del suo affondamento è d'intralcio alle operazioni di sistemazione subacquea della tubatura e costituisce comunque un pericolo.

Tutto è ancora fermo da sabato 9 dicembre, quando grazie all'intuizione dei Volontari del Garda la condotta venne «liberata» dal peso della chiatta dopo aver reciso alcune catenarie di boe che la tenevano in tensione contro il barcone: da allora rimane adagiata sul fondale a fianco del relitto, ancora in attesa delle riparazioni.

«Dopo il rientro della fase acuta dell'emergenza - spiega il tecnico di Acque Bresciane Alessandro Andreatta - siamo scesi subito in acqua con i sommozzatori per misurare quel metro e mezzo di condotta danneggiato a contatto con la chiatta affondata. In quel punto è avvenuto una sorta di affossamento, come una botta che necessita di essere mantenuta al riparo da ulteriori stress esterni. Per garantire questo - continua - abbiamo fatto costruire a tempo di record una 'clamp' metallica su misura leggermente curva, proprio per aderire perfettamente nel tratto di condotta danneggiata. Le perplessità sollevate proprio dai sommozzatori della Carmar Sub di Ancona, ditta specializzata nelle manutenzioni delle condotte in profondità che collabora da tempo con noi sulla sublacuale Maderno-Torri, consistono nel fatto che la chiatta ancora sul fondale è troppo vicina alla condotta».

Al termine della riparazione infatti, la tubatura non sarà riposizionata come in precedenza ad una quota di 12 metri ma rimarrà nello stesso punto, imprigionata con dei collari di ancoraggio. In attesa di sapere quale sarà la sorte della bettolina affondata con il suo carico di laterizi, allo stato attuale rimangono aperte tutte le soluzioni che vanno dalla demolizione parziale o totale fino al suo recupero.

Per ora continua ad essere tenuta in sicurezza da alcune catene fissate alla banchina del porto.

Al tavolo di lavoro mercoledì siederanno il sindaco di Gardone Riviera Andrea Cipani e il responsabile dell'ufficio tecnico comunale, i rappresentanti di Garda Uno, o meglio di Acque Bresciane dopo l'ingresso della multiutility di Padenghe nella società pubblica per la gestione del ciclo idrico della Provincia, Guardia Costiera e il nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda, i Carabinieri di Salò e Gardone Riviera, Autorità di Bacino, oltre ovviamente i rappresentanti della ditta incaricata dei lavori edili a Villa Itolanda, il proprietario dell'imbarcazione affondata e due nuovi soggetti, Arpa di Brescia e Ats.

Luciano Scarpetta

Fonte: bresciaoggi.it

Data di pubblicazione: Sabato 06 gennaio 2018

Fotografia di copertina: news originale

 

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