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Gardauno Spa

Brescia.corriere.it: Depuratore del Garda a Visano, ok da Roma, i fondi Cipe ci sono


Il Cipe ha stanziato davvero 100 milioni per rivoluzionare la depurazione del Garda. Mancano però altri 60 milioni da reperire dalla Regione e dalle tariffe. Mentre il ministero dell’Ambiente ha dato un primo via libera alla realizzazione del maxi impianto di Visano, nel quale si dovranno convogliare (con 81 chilometri di tubature) le fognature della sponda bresciana, mandando in pensione la vecchia condotta sublacuale.

È questa la doppia novità emersa in due distinti incontri tra il direttore generale del dipartimento Salvaguardia territorio e acque, Gaia Checcucci e le due Regioni e gli Ato di Brescia e Verona, e prima con il deputato Pd Guido Galperti.

I problemi non sono finiti. Al netto dei fondi Cipe che intercettano finanziamenti europei da spender entro i prossimi 6 anni, per realizzare l’impianto di Visano vanno trovati altri 60 milioni. Mica bruscolini. «Impossibile pensare che vengano reperiti interamente dalle tariffe - spiega Daniela Gerardini, presidente dell’Ato bresciano -. La Regione dovrà dare un corposo contributo».

Analisi che condivide anche l’onorevole Galperti. Prima la Provincia dovrà tornare in possesso del digestore di Visano (ora ridotto a rudere) che nel 2014 la giustizia civile ha riaffidato al gestore privato, Vstr. Il Broletto è ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello, ed in attesa di quella sentenza definitiva il tribunale di Brescia ha «congelato» la richiesta danni da 71 milioni avanzata da Vstr. Ma aspettare il terzo grado di giudizio vuole dire perdere per lo meno altri due anni: per questo la Provincia sta lavorando alla ricerca di un accordo bonario con Vstr, i cui due soci principali oggi sono A2A e Acea Roma.

Al netto di questi scogli amministrativi resta il fatto che dopo anni di discussioni l’iter per la messa in sicurezza ambientale definitiva del più grande lago italiano, che aspira a diventare patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco, sta subendo accelerazione. La questione fondi Cipe, innanzi tutto. Annunciati in modo trionfalistico l’inverno scorso a Verona dal sottosegretario Luca Lotti, avevano scatenato la reazione sdegnata dei parlamentari Cinque Stelle, che non ne trovavano traccia documentabile. «Sono nei 202 milioni stanziati per il servizio idrico del Nord Italia di cui dà conto la delibera Cipe 55 del 1 dicembre 2016, pubblicata solamente il 14 aprile 2017» spiega Galperti. Lo conferma Gerardini: «Il ministero ci ha assicurato che quei 100 milioni sono per il Garda. Non si sa ancora la ripartizione esatta, ma visto che le nuove opere di depurazione sul Garda valgono 220 milioni, di cui però 120 milioni sulla sponda bresciana, noi dovremmo ricevere il 60 per cento».

Il ministero ha preso anche atto che l’unico progetto presentato è quello di Garda Uno e di Ags (la multiutility veronese), approvato dai rispettivi Ato. E punta (in dieci anni di lavori ed entro il 2030) a costruire due nuovi collettori sulla sponda veronese e uno sulla sponda bresciana (da Gargnano a Visano, dove si realizzerà il depuratore). Desenzano e Sirmione continueranno a confluire i propri reflui a Peschiera (Limone e Tremosine hanno un loro impianto). Un progetto che piace ai sindaci gardesani e alla Provincia ma di cui non mancano forti voci di contrarietà (anche nel Pd bresciano e anche in alcuni tecnici del gestore unico, Acque Bresciane). Eppure non ha mai attecchito la proposta alternativa di un pool di tecnici pentastellati che proponevano la realizzazione di due impianti, uno a Toscolano e uno a Lonato, e la contestuale divisione - per tutte le abitazioni- della divisione tra acque bianche e nere, risolvendo alla radice il problema degli sfioratori che entrano in funzione in caso di troppa pioggia, scaricando il tutto nel lago. I sindaci gardesani preferiscono portare lontano dal Benaco i loro reflui, a Visano (ma il sindaco di questo paese non è d’accordo). Una volta depurata, l’acqua di risulta finirebbe nel fiume Chiese.

«Ora rivedremo in fretta il piano d’ambito triennale 2016/2019 inserendo anche i 120 milioni per la depurazione del Garda - chiude Gerardini -. L’obiettivo è avere il progetto definitivo entro il 2018».

Pietro Gorlani

Fonte: brescia.corriere.it

Data di pubblicazione: Lunedi 03 luglio 2017

Immagine di copertina: Da news originale

 

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