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Brescia Oggi: Condotte e depurazione Via libera ai primi fondi per la messa in sicurezza

«Eliminare al più presto ogni condotta sublacuale dal lago». L’imperativo ancora una volta, per l’ennesima volta, era stato riaffermato all’unanimità nella sede della Comunità del Garda a Gardone Riviera, in occasione dell’ufficializzazione dello stanziamento dei 130 milioni di assegnati dallo Stato per le nuove opere di collettamento e depurazione fognaria.

Più che una priorità però, verrebbe da dire un’urgenza improrogabile, considerato che prima di Natale sono stati inseriti nella legge di stabilità di Regione Veneto i primi 300mila euro destinati ad Azienda Gardesana Servizi (con Garda Uno per la sponda bresciana, gestisce il servizio idrico integrato della fascia veronese) per «spese di investimento per la progettazione del rinnovo e messa in sicurezza del sistema fognario del Garda».

Tradotto in soldoni, si tratta della prima tranche di uno stanziamento che servirà a sostenere le spese di progettazione del primo lotto del nuovo collettore gardesano. I lavori consentiranno la dismissione della condotta sublacuale nel tratto che da località Pergolana a Lazise, conduce i reflui a località Pioppi di Peschiera.

OTTO CHILOMETRI di conduttura funzionante dalla fine degli anni novanta assieme a quella che da Brancolino (Torri) arriva a Cisano.

Le due tratte furono realizzate per sgravare la tubazione originaria del collettore, posizionata a riva tra gli anni Settanta e Ottanta, ma se però la Brancolino-Torri è stata realizzata in acciaio rivestito di materiale bituminoso, i circa 8 chilometri della Pergolana-Pioppi sono invece in vetroresina.

«Materiale a rischio elevato di rottura» è il responso dei tecnici, dopo che nello scorso mese di marzo, un tratto di circa 50 metri è affiorato in superficie facendo temere sversamenti nel lago.

800mila euro è l’ammontare della cifra necessaria per la progettazione definitiva, mentre 7 milioni di euro è il costo delle opere.

IL TIMORE niente affatto improbabile, è che un episodio come quello avvenuto nella scorsa primavera possa ripetersi ancora (la causa venne addebitata a ristagni di reflui che avevano alimentato gas nelle tubazioni peraltro non ancorate ai fondali), magari coinvolgendo altri tratti di condotta.

Da quel giorno Ags ha condotto numerosi interventi per riportare la situazione a livelli di normalità. Ma come hanno sottolineato lo stesso presidente Alberto Tomei e l’ingegner Graziano Falappa nella sua relazione: «Il pericolo di rottura della condotta e il conseguente rilascio del prodotto e dispersione incontrollata dei reflui nel lago è molto elevato». Sarebbe davvero un’ecatombe per l’intero sistema gardesano.

L.SC.

Fonte: bresciaoggi.it

Data di pubblicazione: Giovedi 29 Dicembre 2016

Copertina: da news originale

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